Ci stiamo avvicinando a una rinascita del reshoring negli Stati Uniti? Abbiamo assistito a una crisi delle filiere che ha agitato le economie di tutto il mondo, a un aumento del rischio di sganciamento dell’economia americana da quella cinese, allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e all’intensificarsi dei timori sulla sicurezza legati a Taiwan.

Inoltre, abbiamo un’importante legge statunitense sulle infrastrutture che potrebbe favorire miliardi di dollari di investimenti per la realizzazione e l’ammodernamento di ponti, gallerie e altre infrastrutture nel paese.

A fronte di questo scenario, i due principali partiti politici americani sembrano intenzionati a rilocalizzare posti di lavoro nell’economia statunitense, ma questi posti di lavoro torneranno dagli stabilimenti delocalizzati e, in tal caso, come saranno finanziati? La possibilità di un’immediata riduzione dei costi aveva inizialmente spinto le imprese statunitensi a delocalizzare, poiché valeva la pena correre i rischi connessi alla delocalizzazione.

Oggi, a causa dei problemi legati alla situazione politica e ai costi delle forniture che le economie stanno affrontando, l’equazione del rischio sta cambiando e alcuni fattori macroeconomici potrebbero fungere da catalizzatore collettivo per una potenziale deglobalizzazione dell’economia USA e persino per un boom di reshoring e nearshoring.

Raphael J. Lewis e Jack Encarnacao, analisti di ricerca, Newton

Doc ID: 1042464